In un mondo sempre più globalizzato, resistono le frontiere tra i vari Paesi, anche se, a differenza di un tempo, la linea corrispondente sembra disegnata soltanto per le merci, più che per le persone. Un concetto che conosce in particolare chi fa commercio e deve esportare i propri prodotti in altri Paesi posti al di fuori dell’eurozona.
Una presenza, quella della dogana, la quale costringe a prendere atto non solo dei dazi da pagare, ma anche della documentazione da accludere alla propria spedizione e delle tante restrizioni che solitamente fanno da corollario al commercio transfrontaliero.
Se all’interno dell’Unione Europea bastano pochi documenti per risolvere questo passaggio, il problema più grande inizia se la merce inviata è destinata al di fuori di essa. Proprio per questo è fondamentale rivolgersi allo spedizioniere giusto.
Cos’è la dogana?
In questo discorso c’è un luogo fisico che fa da punto di riferimento. Stiamo parlando della dogana. Ovvero gli uffici in cui l’ente pubblico addetto a sorvegliare i traffici, di uomini e merci, che avvengono alla frontiera, si accerta che essi seguano le regole stabilite dalle istituzioni politiche.
Se per quanto riguarda le persone i doganieri verificano che esse abbiano diritto o meno ad entrare nel Paese o che non siano ricercate dalle autorità di pubblica sicurezza internazionali o di altri Paesi, per quanto riguarda le merci il compito spettante all’ente è quello di evitare l’ingresso e la fuoriuscita di oggetti proibiti, illegali o potenzialmente pericolosi.
Una categoria in cui possono rientrare non solo gli stupefacenti, ma anche le armi, i cibi deperibili, i liquidi infiammabili e gli animali rari, tra gli altri.
Il tutto facendo leva su strumenti in grado di individuare ciò che non dovrebbe entrare o che per farlo deve soddisfare determinate condizioni. In Italia è il TARIC, un sistema di codici, ad assolvere al compito. Grazie ad esso è possibile catalogare e identificare ogni oggetto, di modo che i funzionari siano in grado di comprendere se la circolazione di una merce spedita sia consentita o meno. Ciò che non viene bloccato per flagrante violazione delle leggi, è oggetto di tariffe doganali, franchigie e dazi.
Tariffe doganali, franchigie e dazi: le differenze
Qual è la differenza tra tariffa doganale, franchigia e dazio? Possiamo riassumerle in questo modo:
- la tariffa doganale è l’elenco classificato di tutte le merci, dei beni, dei prodotti della natura e delle materie prime suddiviso in sezioni merceologiche contraddistinte da codici, le“Voci Doganali”, le quali sono in grado di fornire dettagli su descrizione merceologica, elenco delle restrizioni all’importazione ed all’esportazione, e dei tributi e delle aliquote di applicazione;
- le franchigie sono le esenzioni dagli oneri doganali derivanti dall’esistenza di determinate norme e condizioni;
- i dazi sono i tributi riscossi alla dogana all’atto di entrata della merce, sotto forma di percentuale sul valore della fattura (ad valorem) o tramite una quota basata sull’unità di misura (numero di pezzi, litri, kg, ed altro).
Franchigie: un elenco di quelle più comuni
Per quanto riguarda le franchigie operanti nel nostro Paese, le esenzioni più comuni sono le seguenti:
- l’importazione di merci destinate a sedi diplomatiche, uffici statali, società e organismi internazionali senza scopo di lucro (caso tipico è rappresentato dallUNICEF), alle ONLUS che siano state riconosciute dallo stato italiano, alle Forze Armate e ai contingenti militari stranieri operanti all’interno delle basi NATO;
- l’importazione di effetti personali che appartenengano a cittadini stranieri non residenti nell’Unione Europea i quali decidono però di prendere la residenza all’interno del nostro territorio nazionale;
- l’importazione di effetti personali appartenenti a cittadini italiani i quali abbiano deciso di tornare a vivere nel nostro Paese dopo aver vissuto al di fuori dell’Unione Europea;
- l’importazione di effetti personali da parte di un viaggiatore, ad esempio un turista, oggetto di trasporto nel corso di un soggiorno in Italia;
- importazione di attrezzatura collegata all’espletamento di mansioni lavorative che avvengano all’interno del nostro Paese per il tempo necessario alla loro conclusione.
I dazi doganali, oggetto di vere e proprie guerre
L’aspetto forse più interessante, proprio per il significato rivestono, è quello che riguarda i dazi doganali. Oggetto ormai da secoli di una continua contesa tra i vari Paesi, proprio con l’intento di armonizzarli alle loro politiche commerciali.
Chi ha interesse ad un commercio il più possibile libero, confidando nella bontà e convenienza dei propri prodotti, ha naturalmente interesse che essi siano molto modesti. Di converso, chi teme una vera e propria invasione di prodotti stranieri, i quali potrebbero danneggiare i produttori nazionali, ha tutto l’interesse a mantenerli alti.
Per cercare di impedire che le tensioni tra gli Stati danneggino il commercio internazionale, nel 1995 è stata fondata la World Trade Organization (WTO), cui è affidato appunto il compito di dirimere i contenziosi in tale ambito.
Per capire l’importanza, anche a fini esclusivamente politici, dei dazi doganali, basta osservare quanto sta accadendo in questi mesi tra Stati Uniti da una parte e Cina e Unione Europea dall’altra. Con Donald Trump pronto ad agitare i dazi alla stregua di una sorta di clava per cercare di proteggere gli interessi delle categorie di lavoratori statunitensi che formano il suo bacino di voto.
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