Per chi studia e lavora fuori sede, il richiamo della propria casa è naturalmente sempre molto forte. Soprattutto per coloro i quali hanno dovuto lasciare i propri affetti e calarsi in una situazione molto diversa, come avviene solitamente per le tante persone che hanno lasciato il Meridione e si sono impiantate soprattutto al Nord, ma non solo.
Un tema, quello dei fuori sede meridionali, tornato prepotentemente di attualità con la pandemia di Covid. La necessità di puntare sullo smart working ha in pratica svuotato alcune grandi città settentrionali, a partire da Milano, ove si calcola che ammontino a poco meno di 100 mila persone provenienti dalla parte inferiore dello stivale ora residenti nel capoluogo lombardo.
Molti di loro, però, continuano a dare il loro contributo all’economia del Nord e sono spesso assillate dalla nostalgia per i luoghi natii. Per cercare di ovviare alla malinconia, sono soliti ricorrere ad una vera e propria usanza, ribattezzata come “il pacco da giù”.
Come preparare la confezione del “pacco da giù”
Anche se si parla di semplice pacco, occorre precisare che non di rado utilizzando un semplice contenitore diventa abbastanza complicato riuscire a spedire ai propri cari di stanza al Nord tutto quello che potrebbe servire loro per riacquistare un minimo di felicità, ripensando alle proprie tradizioni e a ciò che si è dovuto lasciare per cercare una fortuna spesso preclusa a casa propria.
Una difficoltà la quale deriva non solo da motivi logistici ma anche di praticità. In effetti occorre considerare che:
- fare affidamento su una sola scatola può contribuire a dare vita ad un vero e proprio minestrone. Derivante dall’accatastamento in maniera spesso confusa di prodotti o alimenti i quali sono in effetti estremamente diversi tra loro. Alcuni dei quali, in particolare, dovrebbero essere curati mediante un imballaggio ad hoc in maniera tale da evitare che durante la spedizione qualcosa possa aprirsi o rovesciare il suo contenuto, andando a pregiudicare l’intero invio;
- puntare su un unico contenitore potrebbe infine costringere ad affidarsi ad uno scatolone il quale potrebbe appesantirsi in maniera tale da rendere impossibile la sua resistenza al carico, con conseguente rottura dagli esiti tragici.
Primo passo: reperire le scatole
Una volta deciso cosa mettere nel “pacco da giù”, quindi, il passo successivo consiste nel reperire le scatole in grado di contenere tutto l’invio. E di farlo rendendo minimo il pericolo di eventuali danneggiamenti. Il modo migliore per farlo può essere rappresentato dall’acquisto dei contenitori presso uno dei tanti siti online che li propongono, a prezzi spesso convenienti, soprattutto con l’aumento delle scatole ordinate.
L’alternativa può invece essere individuata nella richiesta di scatole usate, ma in buone condizioni, ai propri negozianti di fiducia. I quali sono soliti aderire a queste richieste, proprio per l’esigenza di mantenere buoni rapporti con la propria clientela. A loro, in effetti, regalare le scatole avanzate dall’arrivo della merce ordinata, non costa assolutamente nulla ed evita la seccatura di doversene disfare, con conseguente perdita di tempo.
Secondo passo: approntare le scatole in modo da eliminare i rischi di rotture
Una volta che le scatole siano state reperite, il secondo passo consiste nel dare vita ad un imballaggio in grado di attenuare al massimo i rischi derivanti da ogni spedizione. Ovvero quelli di urti e scossoni i quali potrebbero condurre ad un danneggiamento del contenuto.
Il modo migliore per farlo è di imballare separatamente i vari oggetti e riporli all’interno delle scatole insieme a materiale protettivo, a partire naturalmente dal pluriball. Per poi utilizzare anche fogli di vecchi giornali in modo da riempire gli spazi vuoti tra le varie cose ed impedire per tale via che i vari contenitori possano ballare e creare pericoli nel corso del trasferimento.
Cosa si spedisce di solito, con il “pacco da giù”?
Chi si è visto arrivare il tipico pacco da giù, o di altro genere nel caso non si sia di origini meridionali, sa benissimo come la curiosità destata dal suo arrivo sia tanta. Si tratta in effetti di pacchi estremamente preziosi, non solo in termini affettivi, ma proprio per le golosità che possono contenere, una vera e propria summa del Made in Italy agroalimentare che costituisce un vanto per il nostro Paese.
Solitamente, al loro interno non dovrebbero mai mancare i seguenti prodotti:
- l’olio, un prodotto che è del resto alla base della cucina mediterranea e il quale rappresenta spesso il prodotto degli sforzi di un nonno agricoltore, in grado di dare vita ad un risultato che i prodotti commerciali non sono minimamente in grado di eguagliare;
- le conserve, termine il quale va a indicare prodotti estremamente diversi tra di loro. Come ad esempio le verdure, in particolare i funghi, i carciofi e le melanzane sott’olio, le giardiniere e i sott’aceti, le olive e la caponata. Oppure le marmellate, liquide o contenenti pezzi di frutta, con le quali insaporire i propri dolci. La lista è praticamente infinita e dipende in pratica dalla zona di invio;
- la pasta fresca fatta in casa, la quale deve naturalmente essere sigillata al meglio per dargli modo di arrivare perfettamente a destinazione;
- i dolci fatti in casa, a partire da sasanelli, cantucci e dolcetti di pasta di mandorle. Anche in questo caso la lista è molto lunga e dipende dalla zona dalla quale proviene l’interessato.
La scelta del corriere
Una volta assolti i passi necessari alla scelta di cosa mettere nel “pacco da giù” e al posizionamento all’interno della scatola in modo da eliminare i rischi, non resta che reperire il corriere cui affidare il tutto. Magari facendo leva su un sito di spedizioni online, una soluzione che consente notevoli risparmi non solo in termini finanziari, ma anche di tempo.
Su questi siti, infatti, è possibile comparare le varie proposte del mercato e avere disponibilie in pochi secondi una panoramica in grado di chiarire le idee. Risolvendo in maniera molto proficua il problema di un invio al quale si affida un grande valore, in termini affettivi.
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