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Home » Spedire alimenti all’estero: ci sono regole da rispettare?
Spedire alimenti all’estero: ci sono regole da rispettare?

Spedire alimenti all’estero: ci sono regole da rispettare?

Pubblicato il: 27 Ottobre 2020 Aggiornato il : 27 Ottobre 2020

Il Made in Italy dell’agroalimentare continua a macinare numeri da record, anche se naturalmente la diffusione del Covid e le sue conseguenze sulle esportazioni rischiano di zavorrarne la crescita.

Prima che scoppiasse la pandemia, comunque, il cibo e le specialità gastronomiche del nostro Paese stavano vivendo un vero e proprio momento magico, nonostante i problemi posti dalla contraffazione di prodotti che consegnano al nostro Paese una sorta di primato per quanto riguarda il mangiare di qualità.

Naturalmente, le tante imprese italiane del settore necessitano di inviare i loro prodotti in condizioni ottimali, tese a fare in modo che il contenuto non venga minimamente danneggiato. Se da un lato conta molto il packaging, il quale deve essere fatto a regola d’arte per poter preservare un contenuto così particolare, dall’altro è anche necessario conoscere per filo e per segno i regolamenti che normano le spedizioni nei vari Paesi in cui vengono inviati gli alimenti. In quanto ci sono regole che devono essere rispettate.

Le spedizioni standard

Quando si parla di spedizione standard, deve essere chiaro che ad esse non si possono affidare tutti i prodotti alimentari che si intende spedire all’estero. Anzi, tutti gli spedizionieri hanno un loro modus operandi il quale precisa le esclusioni da questo genere di spedizione.

Nella lista che ne scaturisce vanno inclusi in particolare pasta fresca, formaggi e latticini, pesce, carne, funghi, surgelati e alimenti congelati. Cui devono essere aggiunti tutti quegli alimenti i quali necessitano di particolari contenitori per la loro conservazione. Come il vetro che viene usato per olio e vino. Per tutti questi prodotti chi invia deve affidarsi a vettori che sono in grado di assicurare servizi predisposti ad hoc.

Cosa è possibile spedire?

Sinora abbiamo visto quindi le esclusioni. Ma la domanda che si si dovrebbe porre è la seguente: quali sono gli alimenti per i quali non è necessaria una spedizione speciale?

La risposta è abbastanza articolata, come si può facilmente capire. In una lista di questo genere possono rientrare sicuramente gli alimenti definiti non deperibili, ovvero quelli conservabili a lungo a temperatura ambiente. Una categoria che comprende quindi i prodotti secchi, i sottovuoto e lo scatolame vario, i quali potrebbero però essere oggetto di limitazioni alle dogane.

Non pongono problemi di alcun genere, invece, la pasta, il riso, i prodotti confezionati a lunga conservazione e sotto vuoto, i biscotti e i grissini.

Per quanto riguarda i materiali, occorre fare attenzione alla latta, non sempre consentita. Inoltre occorre curare al meglio il confezionamento, soprattutto nel caso di prodotti come il tonno, i quali in caso di rottura potrebbero produrre danni seri al resto della spedizione.

Le normative e i limiti delle spedizioni internazionali di alimenti

Chi spedisce alimenti fuori dai confini nazionali, deve fare molta attenzione alle normative e ai limiti in cui si potrebbe imbattere la merce viaggiante.

In particolare si potrebbe riscontrare una differenza evidente nel caso in cui un pacco sia spedito all’interno o fuori dall’Unione Europea.

Se per il primo caso può bastare la lettera di vettura, per il secondo si rende invece necessario provvedere alla compilazione della fattura pro forma e della dichiarazione di libera esportazione.

Naturalmente, oltre alla documentazione occorre predisporre tutto ciò che dovesse essere richiesto dalla autorità del Paese verso il quale avviene l’invio. Le quali potrebbero porre dei divieti relativi ad alcuni alimenti, di carattere anche temporaneo.

Alcuni casi clamorosi di alimenti vietati

Può sembrare strano, ma ci sono alimenti venduti in tutto il mondo che, però, sono espressamente vietati in alcuni Paesi. Il caso limite è considerato quello degli Stati Uniti, ove tutto ciò che entra sotto forma di prodotto alimentare è sottoposto al vaglio insindacabile della Food and Drug Administration (FDA).

Se il compito è naturalmente quello di impedire che cibi dannosi giungano sulle tavole degli statunitensi, a volte il risultato è paradossale.

Basti pensare che Negli Stati Uniti sono vietati tra gli altri gli ovetti Kinder (causerebbero rischi di soffocamento in quanto contengono la classica sorpresa al loro interno), il formaggio sardo Casu Marzu, l’olio di sassofrasso (contenente sostanze cancerogene), l’assenzio (contiene un principio psicoattivo allucinogeno), il pesce palla o Fugu (contenente una tossina pericolosissima) e il Foie Gras (in quanto l’uccisione delle oche è considerata non etica).

La necessità di affidarsi a corrieri altamente specializzati

Quello degli Stati Uniti va considerato alla stregua di un vero e proprio caso limite, ma tale da far capire come sia meglio conoscere al meglio i regolamenti dei vari Paesi.

E come sia quindi assolutamente necessario affidarsi ad uno spedizioniere specializzato, in grado di affrontare al meglio anche la parte burocratica e indicare alla ditta che deve inviare merce non solo come devono essere preparati i pacchi, ma anche la documentazione da accludere.

Oltre a specificare appunto quando un invio è praticamente impossibilitato dalle disposizioni di legge locali. Non farlo può aprire la strada ad una serie di complicazioni a non finire.

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