Quando si effettua una spedizione, si tratti di lettere, raccomandate o pacchi, è necessario accludere un francobollo. Ovvero la carta-valore la quale viene emessa da una autorità emittente riconosciuta dall’Unione Postale Universale, andando a rappresentare la prova del pagamento anticipato dei servizi di questo genere.
Per poterlo fare, occorre naturalmente conoscere i costi collegati al suo utilizzo, soprattutto nel caso la spedizione effettuata abbia un interesse commerciale, andando di conseguenza ad incidere sulla convenienza di una determinata transazione.
Le ultime modifiche relative i prezzi del francobollo risalgono ormai al 3 luglio del 2018, giorno nel quale le Poste Italiane hanno comunicato le nuove tariffe per alcuni dei servizi proposti ai propri utenti. Andiamo dunque a vedere cosa è accaduto.
Le tariffe in vigore dal 3 luglio 2018 per la spedizione dei pacchi
Le modifiche apportate al piano tariffario relativo ai francobolli, hanno riguardato servizi molto utilizzati e sono state quindi di notevole interesse per l’utenza di Poste Italiane. A partire proprio da quanto deciso nel caso dei pacchi, un settore nel quale in precedenza esistevano due fasce, ovvero quella da 0 a 10 chilogrammi e quella da 10 a 20, peso limite oltre il quale l’ente non accetta di fornire il servizio.
E’ quindi rimasta la suddivisione per peso, mentre è stato ridisegnato il numero delle fasce, che ora sono diventate tre. Per effetto della riformulazione degli scaglioni, ora le tariffe sono le seguenti:
- da 0 a 5 chili il costo previsto è di 9 euro;
- da 5 a 10 chili si attesta a quota 11 euro;
- da 10 a 20 chili il francobollo è ora a quota 15 euro.
Le altre tariffe
Per quanto riguarda gli altri servizi, anche le assicurate hanno visto dei rincari. Se in precedenza un’assicurata del valore di 50 euro e del peso non eccedente i 20 grammi costava 5,80 euro, il suo prezzo è salito a quota 6,20 euro. Mentre per l’assicurata internazionale, per lo stesso valore e peso, la tariffa è ora di 8,30 euro, contro i precedenti 7,80.
Anche la posta ordinaria è stata oggetto di rincari sulla base degli scaglioni di peso. Si sono salvati solo il sesto e il settimo scaglione, mentre un cenno particolare merita il caso della tariffa per gli invii sino a 20 grammi, passata da 0,95 a 1,10 euro.
Non hanno fatto eccezione le tariffe della Postamail Internazionale e del servizio di Avviso di Ricevimento. Nel primo caso sono stati oggetto di aumento tutti gli scaglioni di peso per le zone tariffarie di destinazione e per tutti i canali di accettazione, sia fisici che online. Ad esempio, per un invio fino a 20 grammi nella Zona 1 si deve ora pagare 1,15 euro, contro l’1 di prima. Mentre nel secondo caso, quello nazionale è passato da 0,95 a 1,10 euro, con quello per l’Estero passato da 1 a 1,15 euro.
Una breve storia del francobollo
Il francobollo è ormai una caratteristica di lunga data nei servizi postali. Fece infatti la sua comparsa nel 1837, quando fu attuata la riforma del settore in Inghilterra, su un piano elaborato da Sir Rowland Hill.
Necessitarono tre anni per portare a regime il piano, con la comparsa del primo francobollo al mondo nel maggio del 1840. Si trattava di un esemplare da 1 penny di colore nero recante l’effige della regina Vittoria, il quale sarebbe poi passato alla storia con il nomignolo di Penny Black.
Per la perforazione meccanica del francobollo furono necessari altri otto anni. Quelli di cui ebbe bisogno l’ingegnere Henry Archer per mettere a frutto la sua idea e dare vita al francobollo dentellato che ancora oggi è in vigore.
La prima comparsa del francobollo nel nostro Paese risale invece al 1850, precisamente al primo giorno di giugno di quell’anno, quando il Regno Lombardo-Veneto emise la sua prima serie, la quale fu denominata “Aquila Bicipite”.
Un primo passo imitato ben presto dagli altri Stati in cui era suddivisa l’Italia preunitaria. In particolare il Regno di Sardegna se ne dotò a partire dal primo giorno del 1851, che riportava l’effigie di Vittorio Emanuele II, quattro mesi prima che procedesse in tal senso il Granducato di Toscana, la cui serie raffigurava il suo stemma, ovvero il marzocco. Nel gennaio del 1852 fu lo Stato Pontificio a dotarsene, seguito a giugno dal Ducato di Modena e da quello di Parma. L’ultima ad adottare il francobollo fu l’amministrazione postale del Regno delle Due Sicilie, nel 1859.
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