Nell’immaginario collettivo, quando si parla di alimenti e Sicilia il pensiero corre veloce a ad alcune specialità gastronomiche le quali sono ormai conosciute ed apprezzate a livello mondiale. Prodotti che sono tra i più venduti all’interno del Made in Italy culinario, come la pasta alla Norma, quella con le sarde, la caponata, il cannolo, l’arancino e la granita. E quindi immancabili ove si affronti il discorso.
Al contempo, però, vengono dimenticati altri prodotti tipici i quali sono parimenti apprezzati non solo dagli esperti, ma anche da un gran numero di consumatori dislocati in ogni parte del globo. Andiamo quindi ad elencarne alcuni, sapendo già in partenza di fare torto a molti altri che pure meriterebbero una menzione in tal senso.
I formaggi
Partiamo dai formaggi, e in particolare dal ragusano Dop, un formaggio semiduro a pasta filata, alla cui produzione concorre esclusivamente il latte di vacca, e che si presenta con un sapore dolce il quale può diventare estremamente piccante man mano che la stagionatura avanza. Chiamato Cosacavaddu (caciocavallo) sull’isola, la sua zona di produzione si divide tra le province di Ragusa e Siracusa.
La seconda menzione spetta al maiorchino, il quale viene prodotto tramite una lavorazione talmente complessa, la quale prevede una lunga fase di “foratura”, da metterlo a rischio di estinzione. Si tratta di formaggio che vanta una storia secolare, derivante dal latte di pecore allevate sui pascoli dei monti Peloritani e per avere il quale è necessario l’impiego di strumenti tradizionali in rame o legno.
Altro formaggio da immettere in questo elenco è poi il piacentinu ennese. Il cui sapore deriva in particolare dalla combinazione di zafferano (cui si deve il colore rende giallo della pasta) e grani di pepe nero che, secondo una leggenda furono immessi dai casari durante l’undicesimo secolo su richiesta di Ruggero I, conte di Altavilla, al fine di poter curare la depressione della moglie.
Infine il Vastedda della Valle del Belice, il quale vanta un singolare primato: è infatti l’unico formaggio di pecora a pasta filata italiano, protetto da un Presidio Slow Food. Il suo nome deriva dal fatto che trae origine dall’idea di recuperare i formaggi guasti (vasta in dialetto significa guasta) filandoli. Il suo consumo deve avvenire quando è freschissimo, ovvero in un arco di due o tre giorni.
Il pane nero di Castelvetrano
Altra specialità che non può mancare in un elenco di questo genere è il pane nero di Castelvetrano (pani nìvuru in siciliano). Si tratta di un prodotto di antica tradizione che viene prodotto nel popoloso centro situato nell’hinterland di Trapani.
La sua realizzazione prevede il mix di due semole integrali, una di grano biondo siciliano e la seconda ricavata da una varietà di grano duro locale raro, detta tumminìa, il cui colore scuro è in effetti quello che dona la colorazione finale. Entrambe sono oggetto di macinazione in mulini a pietra naturale e di cottura in forni a legna (d’ulivo) i quali provvedono a completare l’opera, fornendo al pane il tipico gusto dolce e intenso. Caratterizzato da un crosta scura e dura, cosparsa di semi di sesamo, vede la presenza di una mollica morbida e gialla.
Anche in questo caso il particolare modo di produzione ha aperto al rischio di una estinzione, scongiurata dalla riunione in consorzio dei panificatori locali. Proprio a loro è dovuta la rivitalizzazione della produzione della farina da parte dei mulini locali che utilizzano ancora le macine di pietra.
La pasta reale di Erice
Erice è un magnifico paese arroccato sulla collina alle spalle di Trapani, che deve la sua grande notorietà non solo alla presenza del prestigioso Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana e di un gran numero di attrazioni storiche e artistiche, ma anche alla sua pasta reale.
Ovvero ai dolcetti a base di pasta reale (pasta di mandorle) che sono stati per lungo tempo la principale fonte di guadagno per le suore laiche del Convento di San Carlo, le quali si prendevano cura di bambine e bambini provenienti da famiglie in difficoltà. Tra le quali Maria Grammatico, notissima pasticciera del luogo che proprio nel convento ha iniziato a lavorare, prima di aprire un locale nel centro del paese.
La ricetta prevede l’utilizzo di pasta di mandorle zuccherate, legate con albume d’uovo e aromatizzate con vaniglia. Una volta realizzata la pasta reale viene utilizzata anche per diversi dolci tipici, dai celeberrimi “Frutti di Martorana” all’Agnello Pasquale, un ripieno di confettura di cedro, ereditato dalla tradizione religiosa ebraica.
Dove comprare i prodotti tipici siciliani?
La nostra lista potrebbe proseguire ancora a lungo, considerata la grande varietà di prodotti tipici siciliani. Includendo ad esempio manna, cioccolata di Modica, suino nero dei Nebrodi, sale marino di Trapani, aglio rosso di Nubia, cipolla di Giarratana, carciofo spinoso di Menfi, fagiolo cosaruciaru di Scicli, lenticchia di Ustica, fragolina di Sciacca e Ribera, mandarino tardivo di Ciaculli, anguria di Siracusa, pistacchio di Bronte e mandorla di Noto. Altre note specialità isolane che sono oggetto di venerazione da un gran numero di consumatori amanti del buon mangiare.
I quali possono reperire i prodotti tipici siciliani anche sul web, ove sono sempre di più i portali ad essi dedicati. Tra i quali un posto di assoluto rilievo spetta a dallasicilia.com, sito che si propone di portare all’attenzione degli internauti una tradizione gastronomica di grande rilievo.
Alla notevole varietà della proposta, con un gran numero di specialità pronte ad essere scelte dai visitatori, si aggiunge la proposta dell’ormai celebre “pacco da giù”, ovvero il box di regali dalla Sicilia che rappresenta ormai una vera e propria tradizione in grado di rinnovare il legame tra chi è rimasto nell’isola e i fuorisede, ovvero studenti e lavoratori che si sono recati nel Nord Italia o all’estero in cerca di fortuna.
Opinioni e Recensioni