Chi ordina un prodotto, a volte può esser spinto a farlo da una necessità da soddisfare nel più breve tempo possibile. La quale può essere semplicemente di lavoro o di ordine pratico, ma in altre occasioni può rispondere ad un desiderio di vecchia data.
In tutti questi casi, può quindi essere comprensibile il desiderio di ricevere all’indirizzo indicato quanto ordinato al più presto. Il quale, di fronte ad un ritardo della spedizione può tramutarsi in un senso di frustrazione.
Un atteggiamento tale da potersi rivelare infine insidioso per il venditore, in quanto l’utente insoddisfatto potrebbe decidere di attivarsi per stigmatizzare il dilatarsi dei tempi sul web. Basta in effetti dare uno sguardo a TrustPilot, il più noto sito globale di pareri su servizi e prodotti per capire meglio. Non è infatti raro, tutt’altro, reperire giudizi molto severi su una azienda la quale abbia sbrigato un ordine in tempi giudicati troppo lunghi dagli utenti. Proprio per questo motivo occorre cercare di evitare eventi di questo genere.
I possibili ritardi nelle spedizioni internazionali
Il ritardo nella consegna è un evento che può verificarsi più facilmente nell’ambito delle consegne internazionali. Se il commercio tra un Paese e l’altro è oggi più facile che nei secoli passati, per effetto della globalizzazione, le frontiere continuano comunque ad esistere, con le dogane pronte a filtrare l’entrata e l’uscita dei prodotti destinati alla movimentazione.
Soprattutto l’affermarsi del commercio elettronico ha aperto ai consumatori opportunità un tempo improponibili. Basta infatti collegarsi al web per avere a disposizione un catalogo sterminato. In cui l’unica difficoltà è decidersi tra un prodotto e l’altro. Con pochi click è possibile ultimare l’acquisto di quanto desiderato e disporsi serenamente a ricevere quanto ordinato. E’ proprio qui, però, che può verificarsi l’intoppo, con la merce desiderata che tarda ad arrivare.
I problemi del commercio internazionale
Se il processo di vendita è stato accelerato al massimo dalle nuove tecnologie, il trasferimento di quanto transato è però ancora oggi costretto a confrontarsi con i problemi legati agli ostacoli proposti dalle frontiere esistenti. E, nello specifico, dalle dogane, ovvero gli uffici preposti al filtraggio di tutto quello che entra in un Paese o ne esce, diretto verso un altro. Se con il processo di unificazione dell’Europa esse sono praticamente scomparse per i beni viaggianti tra due Paesi aderenti all’UE, permangono invece gli ostacoli quando la controparte è un Paese che non partecipa all’Unione.
Le dogane, in particolare, sono rimaste e continuano a dare vita alle seguenti operazioni:
- accertamento sul rispetto delle leggi valutarie, ovvero del complesso di leggi chiamate a disciplinare i trasferimenti di denaro e altri titoli di credito da e per l’estero;
- l’osservanza delle norme igienico-sanitarie, teso a impedire che merci pericolose possano provocare complicazioni in tal senso;
- la salvaguardia del patrimonio storico e artistico di uno specifico territorio, impedendo ad esempio che opere d’arte sottratte possano essere trasferite all’estero.
Per quanto riguarda i prodotti viaggianti, essi sono sottoposti al pagamento di imposte per poter a quel punto circolare liberamente. A patto che siano accompagnate dalla corretta documentazione e che non rientrino in liste di prodotti proibiti.
E’ possibile capire se un pacco è fermo alla dogana?
Abbiamo quindi visto come esistano restrizioni in grado di bloccare un pacco alla dogana. Quando ciò accade, però, come è possibile riuscire a capirlo? In pratica esistono due possibilità in tal senso:
- l’arrivo di una comunicazione da parte del vettore, per mezzo di chiamata telefonica oppure posta elettronica;
- tramite il codice di tracciamento, possibilità che può essere chiesta dal mittente allo spedizioniere.
Una volta che la segnalazione sia arrivata, solitamente si dovrebbe attendere un paio di giorni prima che il pacco spedito inizi di nuovo il suo cammino verso la meta prevista. Se i tempi di attesa si dilatano troppo, si può provare a chiamare il vettore per chiedere delucidazioni.
I documenti che possono rendersi necessari
Nel caso in cui si entri nella necessità di chiamare lo spedizioniere, si consiglia comunque di avere sotto mano la documentazione necessaria per risolvere le problematiche, che del resto sarà richiesta proprio dal vettore per poter verificare cosa stia accadendo.
Tali documenti sono i seguenti: la copia del documento d’identità in corso di validità, del codice fiscale o della partita Iva e della fattura o documento in grado di attestare il pagamento di ciò che è stato acquistato e/o venduto, la dichiarazione che attesti il valore di quanto contenuto nel pacco e quella in cui si descrive il contenuto del pacco.
Nel caso in cui il pacco sia bloccato per questioni inerenti al mancato versamento dell’imposta doganale, sarà il vettore a spiegare come superare questo blocco. Solitamente le modalità di pagamento sono tre: il pagamento in contanti al corriere, quello tramite assegno e il bonifico SEPA da intestare all’azienda cui è stata affidata la spedizione.
E’ possibile evitare che un pacco sia fermato alla dogana?
Evitare che un pacco sia fermato alla dogana è praticamente una missione impossibile. Si possono però adottare accorgimenti in grado di limitare per quanto possibile una eventualità di questo genere. Ad esempio:
- accertarsi che i dati di invio siano corretti;
- da parte dell’acquirente evitare di acquistare da rivenditori dubbi o prodotti eccessivamente costosi o ingombranti. Sono proprio le statistiche ad affermare che i pacchi piccoli e contenenti merce di scarso valore sono meno controllati alla dogana;
- nel caso del mittente evidenziare al meglio i dati del destinatario, specificare in maniera più chiara possibile il contenuto del pacco, compilare con attenzione i documenti da accludere, indicare l’esatto valore della merce spedita.
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