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Le spedizioni nell’antichità: come avvenivano?

Le spedizioni nell’antichità: come avvenivano?

Pubblicato il: 19 Febbraio 2021 Aggiornato il : 19 Febbraio 2021

Le spedizioni sono ormai distinte da un utilizzo intensivo della tecnologia di ultima generazione. Basti pensare al tracking, ovvero alla possibilità di tracciare il proprio pacco in modo da seguirlo nelle varie tappe ad esso necessarie per poter giungere a destinazione. Oppure alla possibilità di comunicare in tempi rapidissimi con un corriere al fine di affidargli un pacco da spedire a stretto giro di posta e di reperire online quello che può offrire un servizio non solo rapido, ma anche conveniente.

Va però ricordato che la tecnologia non ha sempre distinto i servizi di spedizione, anzi. Tanto da spingere molte persone a chiedersi come avvenissero gli invii di documenti e merci nell’antichità, quando non esistevano mezzi di trasporto come gli aerei, ad esempio, per poterli velocizzare. Andiamo quindi a vedere le modalità dei servizi di spedizione nel corso della storia e la loro evoluzione, per capire meglio la questione.

Il primo servizio postale fu quello cinese

Il primo servizio postale in assoluto è considerato quello cinese. Le prime testimonianze al proposito risalgono al 4000 a.C., e da esse si desume che esso riguardava in pratica le missive dal centro dell’impero alle ramificazioni provinciali e viceversa. Ovvero le direttive per poter controllare un territorio vastissimo e sottoporlo all’autorità statale.

Dovranno passare però due millenni per avere tracce di un vero e proprio servizio organizzato. Quello messo in atto in Turchia, di cui sono una testimonianza le tavolette di argilla scritte a caratteri cuneiformi rinvenute a Kültepe.

L’impero egiziano ricorse invece al servizio fluviale, quello lungo il Nilo. Il fiume sacro si rivelò infatti la via ideale al fine di riuscire ad impiantare un servizio postale fondato sull’utilizzo dei papiri in demotico. Cui facevano ricorso peraltro non solo le strutture statali, ma anche i commercianti e gli intellettuali.

A dare una organizzazione più strutturale al servizio di spedizioni fu però l’impero romano. In particolare sotto l’impulso di Augusto, il quale decise di dare vita al Cursus Publicus, ovvero alla posta statale. Fondata sui tabellari, i quali utilizzarono all’uopo prima le tavolette di osso e metalliche, e poi i papiri scritti in inchiostro vegetale, detto atramentum. Oltre che sulle stazioni di posta, antesignane degli attuali uffici postali. Con il Cursus Publicus siamo già in presenza di un servizio strutturato, in grado di mantenere le comunicazioni tra parti di territorio spesso lontanissime.

Le spedizioni commerciali

Sinora abbiamo parlato delle semplici comunicazioni scritte che dovevano tenere il contatto tra reti amministrative. Che erano già molto sviluppate nell’antichità. Uno sviluppo più pronunciato rispetto al commercio del periodo, per forza di cose ancora modesto.

Non solo i mezzi di trasporto erano ancora inadeguati per poter spostare merci deperibili su lunghe distanze, ma il tenore di vita era improntato alla pura sussistenza, se si fa eccezione per le classi agiate. I prodotti dei campi arrivavano nei centri abitati più vicini oppure direttamente consumati dalle famiglie che coltivavano i campi. Gli scambi commerciali, di conseguenza, avvenivano sotto forma di baratto tra contadini, cacciatori, pescatori, pastori e artigiani.

Se esistevano già prodotti di oreficeria o altre merci preziose, il loro invio avveniva tramite l’impiego di navi di piccola stazza o con l’utilizzo di animali da soma. Le spedizioni erano naturalmente a rischio e pericolo del mittente, considerato come i mari fossero solcati dalle navi pirata e le strade presidiate da bande di malfattori pronti ad intercettare i beni viaggianti.

Si dovrà dunque attendere il 1400 circa per poter assistere ad un aumento del commercio internazionale. Ovvero in concomitanza con i viaggi esplorativi come quello che portò Marco Polo in Cina.

Una trasformazione la quale si tramutò in un vantaggio soprattutto per le grandi città marittime, come ad esempio Venezia sul suolo italiano. E proprio alla repubblica marinara veneta va attribuito il primo riconoscimento ufficiale del servizio di corriere. La data chiave in tal senso è il 6 gennaio del 1306, quando il Maggior Consiglio decretò che tutti i corrieri operanti a Venezia dovevano essere sottoposti al controllo dei Provveditori di Comun, ovvero la Magistratura preposta al controllo delle tariffe. Un riconoscimento tale da tradursi in una serie di notevoli vantaggi per i corrieri. In particolare l’esercizio privatistico della loro professione.

Sull’onda di quel riconoscimento nacque la Compagnia dei Corrieri della Serenissima, la cui attività era regolata da uno statuto e dalla Mariegola, un volume al quale era delegato il compito di riunire le norme precise cui gli operatori dovevano attenersi, oltre alle varie deliberazioni adottate dai dirigenti della stessa.

In questo quadro, i corrieri assunsero grande rilevanza anche per un altro motivo: erano proprio loro a veicolare sulla maggiori piazze commerciali le notizie di carattere economico, riguardanti i prezzi e le merci. Da quel momento anche il commercio iniziò ad assumere una rilevanza sempre più notevole, tale da dare impulso alla crescita economica mondiale.

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