Il commercio elettronico è una attività sempre più presente nella nostra vita quotidiana. La rivoluzione che ha interessato la società nel corso degli ultimi decenni, ha infatti imposto ritmi di vita sempre più serrati. Mutando completamente il modo di acquistare delle persone.
Se un tempo i consumatori privilegiavano il negozio sotto casa, a meno di non voler dare vita ad una sorta di gita nelle grandi arterie commerciali della città, oggi molti di loro preferiscono rivolgersi alle nuove tecnologie per i propri acquisti. Sono invogliati a farlo dalla comodità derivante dal non doversi muovere dalla propria abitazione e dalla vastità del catalogo cui possono attingere online. Caratteristiche che hanno in pratica ucciso le piccole rivendite fisiche a vantaggio dei grandi attori del commercio elettronico, a partire da Amazon e Alibaba.
Oltre ai grandi, quindi, il mercato vede la presenza di una miriade di piccoli protagonisti, magari dediti ad una nicchia non presidiata adeguatamente dalle grandi catene. Per poter competere, però, le piccole vetrine online necessitano di un sistema sperimentato e oliato a puntino. Nel quale anche la spedizione della merce ha un ruolo di grande rilievo. E deve essere ottimizzata.
Le difficoltà del commercio con l’estero
Per chi fa commercio elettronico, le frontiere rappresentano un problema di non poco conto. Soprattutto nel caso la propria merce sia destinata fuori dai confini nazionali. Ovvero a passare la dogana, l’istituzione cui è affidato il compito di filtrare le merci che entrano ed escono da un Paese.
Sinché si tratta di relazionarsi con quelle di Paesi legati da accordi tesi a favorire al massimo la movimentazione dei prodotti, come avviene nell’eurozona, il problema è di modesto rilievo. Quando però il proprio pacco è spedito in un Paese che non fa parte di accordi tesi al libero scambio, assume proporzioni molto più ampie. Con una fondata possibilità che il minimo intoppo possa causare una dilatazione eccessiva dei tempi di consegna. Una eventualità che è vista con terrore da chi pratica il commercio, elettronico o tradizionale che sia.
Nel caso in cui il pacco spedito rimanga bloccato troppo a lungo presso la dogana, infatti, possono rapidamente deteriorarsi i rapporti con chi ha ordinato il prodotto trasportato. Con un danno di reputazione elevatissimo per il mittente. Soprattutto nell’era dei social, ove un cliente indotto al malumore può esprimere il suo disappunto con un giudizio drastico.
Pacco fermo alla dogana: occorre contattare le Poste
A chi occorre rivolgersi quando un pacco è fermo alla dogana? La prima risposta che potrebbe venire in mente è proprio quella relativa all’ente che gestisce quella italiana, ovvero l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Si tratterebbe però di una risposta errata. In quanto la responsabilità gestionale è dovuta alle Poste Italiane. Mentre all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli spetta il compito di andare a verificare il corretto utilizzo delle autorizzazioni rilasciate e l’esecuzione di eventuali controlli sulle merci. Una precisazione che può far risparmiare non poco tempo a chi abbia un problema di questo genere.
Appurato come sia necessario contattare Poste Italiane, a questo punto occorre anche capire come fare. Per le questioni relative allo sdoganamento delle merci, in particolare, è necessario rivolgersi agli uffici di Poste Italiane SpA. Soprattutto provvedendo a stabilire un contatto con il call center dedicato o ricorrendo alla sezione generale di assistenza presente sul sito online dell’ente. Cui si deve indicare il numero identificativo della spedizione, ovvero il tracking number, per agevolare le operazioni.
Come evitare che un pacco venga stoppato presso la dogana
Una volta visto a chi occorre rivolgersi nel caso un pacco inviato sia fermo alla dogana, resta da capire se sia possibile evitare una eventualità di questo genere. Se è praticamente impossibile prevedere cosa potrà accadere ad un pacco inviato, una volta che esso giunga a contatto con la dogana, sicuramente si può ricorrere ad una serie di accorgimenti tesi ad evitare che si blocchi l’invio predisposto.
In particolare, chi si relaziona giornalmente con il commercio estero avanza un doppio suggerimento, che sarebbe meglio tenere in considerazione:
- controllare con grande attenzione i documenti doganali, con il preciso intento di andare a verificare che siano stati compilati nella maniera corretta;
- andare a verificare le eventuali norme legislative inerenti le merci proibite, le quali possono essere diverse da un paese all’altro per alcune categorie. Se la spedizione viene effettuata per via aerea, alcune preziose delucidazioni possono essere offerte dal sito della IATA (acronimo di International Air Transport Association). Altrimenti si può provare a cercare chiarimenti presso i siti delle Poste e del corriere cui è stato affidato il compito di trasportare la merce.
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