Molto spesso, troppo, commercio tradizionale ed elettronico vengono messi in contrapposizione. Un vero e proprio controsenso se si pensa che con l’arrivo della pandemia di Covid molti imprenditori hanno deciso di affiancare al proprio negozio fisico una vetrina virtuale, proprio per poter sfruttare le nuove opportunità del commercio elettronico e opporre resistenza all’insorgere di esigenze sanitarie che potrebbero allontanare i clienti dagli esercizi tradizionali.
In particolare, non sono pochi quelli che hanno capito come in realtà proprio il commercio elettronico possa aprire nuove opportunità a chi già è attivo con un suo negozio fisico. Andiamo a vedere in che modo .
Come è possibile sfruttare il commercio elettronico da parte di un negozio tradizionale?
Basta osservare una delle tante analisi che sono state fatte nel corso degli ultimi anni per capire come il commercio elettronico stia dando vita ad una crescita sempre più intensa. Che, presumibilmente, proprio quest’anno metterà a segno indici di crescita ancora più rilevanti.
La crescita degli eCommerce, però, pone una serie di problemi di non poco conto. Anzi, di vere e proprie opportunità, per chi sappia adeguarsi alla nuova realtà. Chi gestisce una vetrina virtuale, infatti, ha la necessità di spedire al destinatario la merce ordinata. Ciò vuol dire che il numero di pacchi da inviare sta crescendo di concerto con il commercio elettronico.
Naturalmente, i pacchi in questione vengono inviati tramite corrieri, i quali hanno le loro diramazioni territoriali per lo smistamento. Che a loro volta, però, hanno dei limiti ben precisi, imposti dagli orari dei propri dipendenti. I quali sempre più spesso vanno a confliggere con quelli di lavoro dei destinatari dei pacchi stessi. Riuscire ad armonizzarli è una esigenza non facilissima da soddisfare.
La rivoluzione in atto nel mondo del lavoro, ha come corollario il fatto che un gran numero di persone passa la maggioranza del proprio tempo fuori dalle mura domestiche. Rendendo di conseguenza difficile il recapito dei pacchi.
La risposta alle varie esigenze: il punto di ritiro pacchi
La risposta ideale alle varie esigenze prospettate sin qui ha un nome ben preciso: punto di ritiro pacchi. Si tratta di vere e proprie strutture commerciali in cui i grandi gruppi che spediscono merce sul territorio la fanno confluire. Ne scaturisce un vero e proprio servizio di custodia degli acquisti di chi, per i più svariati motivi, vuole ritirare con calma i propri pacchi, senza dover sacrificare una parte della propria giornata per attenderli.
In pratica il servizio di ritiro pacchi va a rappresentare una vera e propria rete, cui concorrono tanti nodi i quali mettono in campo il servizio che un tempo era affidato alla portineria. Accettano cioè la consegna di un pacco e lo custodiscono sino a quando il cliente che lo ha ordinato non arriverà per ritirarlo.
Un servizio di questo genere può quindi diventare una ulteriore possibilità per i negozi i quali intendano aumentare la propria clientela. Si pensi ad esempio ad un bar, il quale potrebbe in tal modo spingere chi ritira il pacco a fermarsi per prendere il caffè o fare colazione. O una tabaccheria che abbia lo spazio sufficiente per poter assolvere a questa funzione, in cui colui che deve ritirare il pacco potrebbe decidere di acquistare le sigarette o altri articoli del genere.
Quali sono i vantaggi per chi apre un punto di ritiro pacchi?
Una volta visto come funziona, occorre porsi una precisa domanda: che vantaggi si possono ricavare aprendo un punto di ritiro pacchi?
In particolare i seguenti:
- un incremento del flusso di persone all’interno del proprio locale e, di conseguenza, di potenziali clienti;
- il vantaggio finanziario derivante dal premio concordato per il ritiro di ogni singolo pacco, generando così una entrata aggiuntiva, il quale può anche diventare notevole;
- la pubblicità gratuita derivante dall’essere parte di un network, sia online che fuori dal web, vantaggio da considerare soprattutto rispetto ai costi proibitivi che può avere una operazione di marketing tendente a dare visibilità al proprio esercizio commerciale;
- la riconoscibilità tipica di questi punti, in cui accanto alla propria ragione sociale compare un marchio molto noto, conferendo loro autorevolezza.
Il tutto in cambio di un impegno non eccessivo, se si considera che solitamente si deve consegnare merce già pagata, di dimensioni e peso che non dovrebbero dare adito ad alcuna difficoltà. Solo in alcuni casi l’esercente deve anche riscuotere l’importo della transazione.
Per chi desidera farlo, le opzioni attualmente disponibili sono più di una. Andiamole a vedere quindi in maniera più dettagliata.
Quali sono i possibili interlocutori?
La lista dei possibili interlocutori per l’assunzione di un punto di ritiro pacchi, comprende le seguenti opzioni:
- Indabox, una rete di bar, tabaccherie, edicole e negozi, che può vantare attualmente oltre 3mila affiliati lungo il territorio nazionale. Per aderire basta compilare un modulo online, senza dover sostenere alcun costo, assicurandosi in tal modo un compenso che può andare da 0,60 centesimi ad un euro per ogni consegna, oltre ad un 10% di provvigione sulla spesa sostenuta sul sito dai clienti che, al momento dell’acquisto, inseriranno il codice affiliato del punto;
- Fermopoint, attualmente punto di riferimento di circa 2800 esercizi commerciali, il quale esige il pagamento di una quota annuale che può andare da 49 a 98 euro più IVA, con provvigioni che possono andare da 0,20 euro più Iva per i pacchi gestiti in veste di Amazon Counter, e 0,50 più IVA per i pacchi Fermopoint, con pagamento tramite bonifici ogni 100 euro collezionati:
- Prontopacco, altro servizio cui occorre abbonarsi, con tre piani tariffari da 24,28 euro (Silver), 48,65 (Gold) e 85,28 (Platinum).
Opinioni e Recensioni